Il percorso
dell’amore

Viaggio nella storia d’amore
di Giulietta & Romeo.

Tavagnacco

Tra i torrenti Cormor e Torre

Il Comune di Tavagnacco, situato nel cuore del Friuli, rappresenta sicuramente un punto di riferimento e una risposta sul piano commerciale e artigianale, industriale (anche 4.0) e dei servizi. Si trova tra i torrenti Cormôr e Torre e si estende fino ai primi anfratti morenici, per una superficie complessiva di circa 15,25 chilometri quadrati. Il territorio comunale è circondato a nord dai Comuni di Tricesimo e Reana del Rojale, a nord-ovest da quello di Pagnacco che, con gli avvallamenti del Cormôr, ne delimita il confine, a ovest da quelli di Martignacco e Pasian di Prato e, infine, a sud a est, da quello di Udine.

Il Comune comprende, oltre a Tavagnacco (Tavagnà) le frazioni di Adegliacco (Dedeà), Branco (Branc), Cavalicco (Cjavalì), Colugna (Colugne), Feletto Umberto (Felet, sede comunale), Santa Fosca (Sante Foscje) e tutta quell’ampia parte di Molin Nuovo (Mulin Gnûf) che si trova sulla sinistra della via Cividina.

Infopoint

Desideri avere informazioni sul Comune in cui ti trovi? Vieni a trovarci e sapremo consigliarti al meglio i nostri punti di interesse, eventi o attività che Tavagnacco ha da offrirti.

Contatti
Piazza Indipendenza, 1,
33010 Feletto Umberto (UD)
Tel. 0432 577311
Mail. info@comune.tavagnacco.ud.it

Punti di interesse

Scopri le origini, la storia di Tavagnacco e del suo territorio, dei suoi punti di interesse storico e naturalistico. Un percorso culturale, per scoprire luoghi e fatti incredibili ed avvincenti.

Tavagnacco

Il toponimo del Tavagnacco si rifà ad un nome proprio latino, “Tabianus” o “Octavianus”, probabile proprietario del fondo, con l’aggiunta del suffisso celtico “aco”. I resti di una necropoli del I secolo d.C., confermano la presenza di una colonia romana e l’esistenza di una via di comunicazione da Aquileia verso il Norico (via Julia Augusta, realizzata fra il 153 e il 128 a.C.)). Inoltre, è storicamente accertato che il confine tra il territorio dei Carni e quello aquileiese passava per il comune di Tavagnacco.

La zona iniziò ad avere una certa importanza nel XIII-XIV secolo, ma già nel 762 troviamo citata la località di “Adeliaco” (l’attuale Adegliacco) nell’atto di donazione dei nobili longobardi Anto, Erfo e Marco a favore del monastero di Salt.

La prima menzione di Cavalicco avviene nel periodo carolingio circa nel 790, quando il patriarca Paolino d’Aquileia fonda la chiesa di San Leonardo, che sarà poi consacrata dal patriarca Valperto nell’882. Lotte interne tra diverse fazioni e, soprattutto, le invasioni degli ungari chiudono il periodo della dominazione di Carlo Magno e dei suoi successori interrompendo il momento di rinascita che il Friuli stava attraversando. Con l’inizio del nuovo millennio il patriarca assumerà i poteri spirituale e temporale riunendo sotto il Patriarcato di Aquileia popoli romanzi, germanici e slavi.

L’annessione del Friuli alla Repubblica di Venezia modificò lentamente la situazione. In questo periodo va ricordata, nel 1477, l’incursione turca che distrusse Sitinins, borgata di Adegliacco. Nel ‘600 Venezia mise in vendita le giurisdizioni feudali libere; così Colugna venne acquistata nel 1600 da Valentino di Lovaria che poi la cedette ai Beretta, futuri conti di Colugna. Adegliacco, invece, venne ceduta a Dante Villabruna di Feltre. Un conte della famiglia Florio esercitava la proprietà su Cavalicco, mentre Branco era amministrata da un luogotenente in sostituzione degli Ettorei colpevoli di non aver legalizzato l’investitura nobiliare.

Le vicende successive al declino della repubblica di Venezia, che vi dominò dal 1420 al 1797, hanno seguito quelle dei territori circostanti, assoggettati all’Austria dopo la pace di Campoformido e la breve parentesi napoleonica.

Nei secoli seguenti la zona ha vissuto le vicende storiche comuni a tutto il Friuli. La parentesi fascista fu particolarmente dura per un territorio con notevole presenza antifascista, e si concluse solo con la seconda guerra mondiale che portò numerosi lutti alla comunità, colpita dalle morti dei militari di leva spediti sul fronte di Russia ed Albania ed altre zone di guerra; da quelle dei partigiani levatisi in armi contro i nazifascisti, tra cui i tredici martiri, impiccati il 29 maggio del 1944; da quelle dei civili: ancora il 30 aprile 1945 una colonna di tedeschi in ritirata uccise 16 civili inermi.

Tavagnacco è nota per la coltivazione degli asparagi. Dal 1935 vi si svolge annualmente la “Festa degli asparagi”.

Punti di interesse

Panchina G&R

Tavagnacco

L'opera dei Designer Stefano e Francesco Borella

Ecomuseo

Tavagnacco

Narrare il legame imprescindibile tra il territorio e la sua gente

L’ECOMUSEO è un progetto integrato di tutela e valorizzazione di un territorio che contiene paesaggi, risorse naturali ed elementi patrimoniali (materiali e immateriali), caratterizzanti una determinata area geografica.

Si attiva per la realizzazione di percorsi conoscitivi, di attività didattiche e di ricerca che vengono promossi da storici, Associazioni e Istituzioni culturali locali, coinvolgendo innanzitutto la popolazione residente.

Chiesa di San Clemente

Adegliacco

Descrizione

Le prime notizie sulla chiesa di Adegliacco risalgono al XIV secolo. La chiesa fu soggetta ad un primo restauro in seguito al terremoto che colpì il Friuli nel 1511, per essere poi ampliata e modificata in alcuni suoi elementi alla fine del XVIII secolo. La chiesa fu intitolata fin dall’origine a S.Clemente, papa e martire nel I secolo d.C., il quale è stato raffigurato insieme alla Madonna e agli angeli sul soffitto della navata centrale della chiesa stessa.

All’interno della sede parrocchiale sono custodite statue e dipinti donati alla parrocchia nel corso dei secoli, in particolare ricordiamo quelle provenienti dall’ormai demolita chiesa della borgata di S.Fosca come la tela esposta raffigurante l’omonima santa martire.

[O. Della Maestra  e S. Comuzzo, …Casas in Adelliaco… ,2011]

Cimitero del Commonwealth

Adegliacco

Descrizione

Il cimitero militare britannico – Cimitero del Commonwealth –  di Adegliacco è l’unico War Cemetery in Friuli, ovvero un cimitero britannico che accoglie i caduti alleati della Seconda Guerra Mondiale. Attualmente è curato dalla Commonwealth War Graves Commission (CWGC)  .

L’architetto progettista è Louis De Soissons  .

Vi sono sepolti 415 militari provenienti dal Commonwealth Britannico caduti prendendo parte alla seconda guerra mondiale. Ogni lapide presenta l’emblema nazionale o lo stemma del reparto o reggimento, seguito dal nome, numero di matricola, data del decesso ed età, e una frase dei congiunti.

Tra le tombe vi sono un monumento che rievoca un soldato senza nome e le spoglie dei Caduti degli ultimi giorni, alcuni prigionieri di guerra aviatori e soldati dei presidi.

Parco di Adegliacco (area Binutti)

Adegliacco

Descrizione

Lo spazio verde ospita il “Parco per riflettere – Immaginario Scientifico allo scoperto” una sorta di ”giardino scientifico” liberamente accessibile, con una serie di percorsi ispirati alla tradizione degli exhibit hands-on (postazioni interattive) sui temi della riflessione, della geometria e della matematica.

Chiesa antica di Cavalicco

Cavalicco

Descrizione

La chiesa sembra essere stata consacrata il 12 luglio 882 dal patriarca Valperto il quale si fece promotore di una prima ristrutturazione, se non, addirittura, di una sua costruzione ex-novo. Altri rimaneggiamenti risalgono al 1261 e ai secoli XIV-XV. L’aula rettangolare ha un’abside quadrata con volta a crociera e vele distinte da costoloni affrescate alla maniera dei tolmezzini. Sulla parete di fondo dell’abside vi è un affresco devozionale con una Madonna in trono, datato 1512, opera del carnico Pietro Fuluto al quale viene attribuito anche un altro riquadro con la figura di San Sebastiano. Gli affreschi delle vele dell’abside e dell’intradosso dell’arco sono opera di un pittore friulano della seconda metà del XV secolo.

La chiesa, che nel corso dell’ultimo secolo ha subito molteplici interventi di restauro, risulta attualmente utilizzata per eventi di carattere culturale quali mostre d’arte o, su richiesta, per visite e celebrazioni.

[E. Gottardo, La chiesa di S.Leonardo a Cavalicco, 1997; Pannelli Provincia di Udine]

Chiesa di Cavalicco

Adegliacco

Descrizione

La chiesa parrocchiale di Cavalicco è intitolata a S.Leonardo come la vicina chiesetta storica, ma a differenza di quest’ultima non vanta un’origine così lontana nel tempo. La chiesa infatti risale alla fine dell’800, periodo nel quale è sorto anche l’oratorio, stabile dedicato alle attività parrocchiali situato sul retro dell’edificio di culto.

[G. Angeli, S.Urbano, Tavagnacco Ieri e Oggi, 2007]

Villa Mazzilis e Mulino Tarondo

Cavalicco

Descrizione

[Secolo XVII]

Le radici di questa villa si stabiliscono nel cividalese, zona di origine della famiglia Zorutti, prima proprietaria dell’abitazione, la quale fu realizzata intorno al XVII sec. utilizzando materiale di costruzione proveniente da Cividale. In prossimità della casa troviamo la preziosa Roggia di Udine che permise la costruzione, nelle vicinanze della villa, di un mulino per macinare le sementi. Con l’arrivo dei Florio la casa divenne residenza di un fattore alle dipendenze dei conti, mentre nella più umile dimora sul retro della villa, trovavano alloggio i mugnai della famiglia Tarondo, tenutari affittuari dell’adiacente mulino che oggi viene ricordato proprio come “Mulino Tarondo”. Questi luoghi avevano un valore significativo per la comunità dell’epoca perché venivano visti come punto di ritrovo di padroni e mezzadri per i festeggiamenti periodici che si svolgevano in seguito ad ogni raccolto annuale. Il mulino, andato ad oggi distrutto, lascia spazio alle antiche attrezzature agricole che la famiglia Mazzilis, attuale proprietaria del complesso, ha recuperato in ricordo della vita rurale che si svolgeva nei pressi della villa.

[W.Ceschia, Dai Florio ai Bertoli sulla Roggia di Udine, 2007; a cura di Circolo Culturale Sette Torri per il Terzo Millennio, Tavagnacco Ieri e Oggi, 2007]

Mulino Cainero

Cavalicco

Descrizione

Lungo la “Strada della villa”, che oggi  porta il nome di via Dante, era presente uno dei due mulini di Cavalicco. Si trattava di una struttura dedicata al funzionamento di una segheria, un tempo proprietà dei Caselli, detti successivamente Della Porta. Con l’arrivo dei Florio il mulino e la segheria passarono nelle mani dei conti i quali concessero alla famiglia Cainero di prendere in affitto la struttura per proseguire l’attività. Nel tratto di Roggia successivo al mulino, come in altri tratti della stessa, donne e bambine trovavano spazio per fare il bucato sui lavatoi adagiati lungo gli argini del corso d’acqua.

[W.Ceschia, Dai Florio ai Bertoli sulla Roggia di Udine, 2007]

Mulino di Santa Fosca (xv secolo)

Cavalicco

Descrizione

[XV secolo]

Il mulino di S.Fosca , o mulino Variola dal nome dei suoi gestori, è uno dei più antichi della zona. In funzione fin dal XV secolo, si ha notizia che il mulino servisse alla macina del grano per produrre farina, alla battitura della canapa e del lino per estrarne la fibra e a quella della lana per produrne feltro; oltre a queste attività il mulino permetteva il funzionamento di una segheria. Nel tempo la lavorazione delle fibre tessili è stata sostituita da quella dei cereali che, oltre a grano e frumento, compresero anche orzo, riso e farro. Le attività del mulino cessarono a metà degli anni sessanta del secolo scorso.

[O. Della Maestra, S. Comuzzo, …Casas in Adelliaco… , 2011]

Parco di Molin Nuovo

Molin Nuovo

Chiesa di Molin Nuovo

Molin Nuovo

Descrizione

Il borgo di Molin Nuovo deve il suo nome ai mulini che si trovavano lungo la Roggia di Udine, che fin dal XIII secolo veniva utilizzata per portare acqua alla città di Udine. Documenti del XVII secolo attestano l’utilizzo di tale toponimo, ma già precedentemente erano state utilizzate altre denominazioni: Molin de Strada, Molin sulla Cividina, etc.

Via Cividina divide il comune di Udine dal comune di Tavagnacco, ed è proprio su questa via che sorge la Chiesa di Molin Nuovo. La chiesa venne fondata nel 1957 per facilitare la celebrazione delle funzioni religiose di due frazioni: quella della parrocchia di Paderno a sud e quella della parrocchia di Cavalicco a nord. La consacrazione avvenne il Primo maggio 1961, celebrata da monsignor Giuseppe Zafforato. Nel dicembre del 1964 venne istituita ufficialmente con il nome di “Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore”.

La chiesa ha una struttura essenziale e moderna. L’interno è costituito da una navata, e il presbiterio ospita l’altare maggiore donato dalla famiglia “Grafiche Chiesa” di Udine.

L’altare dedicato a San Giuseppe trova posto in una nicchia alla destra del presbiterio.

L’artista friulano Arrigo Poz ha dipinto un quadro ad olio su tavole, posto nell’abside dietro l’altare, raffigurante il Cristo risorto. L’opera risale al 1980 e supera i 70 metri quadrati.

Le quattordici stazioni della Via Crucis ornano le pareti della navata. Furono realizzate nel 1963 da Antonio Luri, su disegni di Silvano De Cecco.

Piazza di Molin Nuovo

Molin Nuovo

Descrizione

La piazza di Molin Nuovo venne inaugurata nel luglio del 1999.

Si tratta di una piazza giardino, delimitata a nord da via Cividina, a est da via Piemonte e a ovest dalla Strada provinciale 38.

La piazza è stata realizzata in uno spazio agricolo non utilizzato, e ha avuto il merito di creare un’area di ritrovo e aggregazione per la comunità di Molin Nuovo, che mancava da sempre.

Si sviluppa parallelamente a via Cividina e l’aspetto più interessante è il piacevole connubio tra verde, linee moderne ed elementi storici.

Robusti blocchi di cemento permettono di rilassarsi all’ombra dei filari di alberi che danno ordine naturale alla piazza. La funzionale pavimentazione centrale consente non solo di passeggiare ma anche di andare in bici o pattinare, rendendola un parco ludico ideale per ragazzi, bambini e famiglie.

La ruota idraulica trova ubicazione al lato nord del parco, ed è un interessante testimonianza storica delle attività che in passato ruotavano intorno alla frazione di Molin Nuovo.

La realtà contadina del borgo era infatti strettamente legata alla Roggia di Udine, il corso d’acqua che da Rojale, attraversando Santa Fosca, Adegliacco, Cavalicco e Molin Nuovo, raggiunge la cittadina udinese.

La macina dei cereali avveniva grazie ai costanti salti d’acqua che muovevano le pale dei mulini. Inizialmente i mulini erano costruiti in legno e in seguito si passò all’utilizzo del ferro.

Un importante documento del 1811, il “Sommarione” napoleonico, riporta la seguente situazione a Molin Nuovo:

“…un molino a Molin Nuovo a quattro ruote e piste due da riso in mappa n°257, condotto da Domenico Bertoni q. Gerolamo.”

Ogni anno a settembre il Centro Culturale Cividina e il gruppo parrocchiale organizzano i festeggiamenti per ricordare l’inaugurazione della piazza. In seguito alla celebrazione della messa all’aperto è previsto un momento conviviale che dimostra lo spirito partecipativo della comunità.

Chiesa di San Francesco

Branco

Descrizione

La chiesa di San Francesco d’Assisi si trova a Branco, sulla via che porta verso il comune di Pagnacco.

Francesco Ettoreo, nobile udinese e proprietario terriero, nel 1689 fece costruire un oratorio dedicato a san Francesco: l’edificio originario consisteva in un’unica aula rettangolare a cui fu aggiunta, successivamente, una piccola abside.

Nel 1831 l’oratorio divenne proprietà della comunità di Branco che avviò la ristrutturazione dopo i danni causati dall’incuria della famiglia Fontanini che ereditò l’edificio dagli Ettoreo.

Nel 1900 iniziarono i lavori per la costruzione del campanile che terminarono nel 1903. Ulteriori migliorie e ristrutturazioni degli edifici, si registrano fino al 1989, soprattutto dopo il terremoto del 1976.

Nel 1970, dato il continuo aumento demografico della frazione branchese, venne costruita la chiesa attuale che si affaccia sulla piazza principale del paese e consacrata nel 1971.

Chiesa di Branco Nuova

Branco

Villa di Prampero (1600)

Tavagnacco

Descrizione

[XVII sec.]

La storia di Villa Prampero inizia nel XVII secolo, quando l’edificio era la residenza di Giuseppe Molinari, noto orefice udinese a quell’epoca defunto, e sua moglie Orsola.

L’edificio era composto dal corpo principale e i due rustici annessi. Nel 1836, Giacomo di Prampero e la contessa Vittoria Tartagna-di Prampero acquistarono la proprietà e la campagna circostante, per trasferirvi la propria residenza solo alla fine della Grande Guerra: in quegli anni ristrutturarono le parti esistenti, eressero la cappella gentilizia in stile neogotico e crearono il parco che ancora oggi si può ammirare.

In questa villa, vennero ospitati prestigiosi personaggi della storia italiana, letteraria e dello spettacolo, tra i quali Gabriele D’Annunzio e l’attrice Eleonora Duse. Per volontà di Giacomo di Prampero, all’interno della proprietà vennero costituiti un archivio ed una importante biblioteca di libri friulani.

La villa è di proprietà della fam. di Prampero e non è visitabile.

Bibliografia:
“L’archivio privato della famiglia di Prampero” di Roberta Corazza in “Archivi di Tavagnacco”, a cura di Federico Vicario, 2009

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Tavagnacco

Descrizione

La chiesa titolata a Sant’Antonio Abate di Tavagnacco sorge alla fine di via Matteotti, la via principale e storica del paese.

Il primo edificio risale alla seconda metà del XIV sec. ma nel 1579, a causa di un fulmine che la incendiò, venne completamente riedificata. Nel corso dei secoli subì numerose ristrutturazioni, fino al 1841, quando vennero ultimati i lavori, iniziati nel 1835, resi possibili grazie al contributo economico della popolazione locale.
Fin dalla sua istituzione, la giurisdizione ecclesiastica della parrocchia di Tavagnacco spettava alla Pieve matrice di Tricesimo, attraverso il pievano di Reana del Rojale.
Solo nel 1619, venne concesso alla comunità di Tavagnacco di avere un cappellano che risiedesse stabilmente presso la canonica vicino all’edificio ecclesiastico di S. Antonio, con gli unici obblighi di celebrare messa e insegnare la dottrina ai bambini: infatti, bisognerà attendere il 1769 affinché venga concesso anche il permesso di celebrare il sacramento del battesimo.
Il campanile della chiesa di S. Antonio Abate venne eretto nel 1790 ma, a causa dei danni subiti durante il terremoto del 1976, vennero apportate alcune modifiche al tetto, originariamente a forma ottagonale, quindi sostituito con uno a pianta quadrata.
La curiosità che riguarda questo parrocchia è data dalla condivisione del santo a cui è titolata, S. Antonio Abate, a cui è titolata anche la chiesa della vicina Feletto Umberto. Si può supporre che la titolatura allo stesso santo sia data dal fatto che entrambe le località fossero abitate, in antichità, da pastori: infatti, S. Antonio Abate è il patrono del bestiame da stalla e protettore contro le epidemie degli animali.

Bibliografia:
“L’archivio storico della parrocchia di S. Antonio Abate di Tavagnacco” di Luisa Villotta in “Archivi di Tavagnacco”, a cura di Federico Vicario, 2009
“Sant’Antonio Abate … in loco qui dicitur Felét” di Walter Ceschia, 2008

Villa Feruglio Tinin (XVI secolo)

Feletto Umberto

Descrizione

[sec. XVI ]

La villa Feruglio “Tinin” è situata nella piazza principale del paese, adiacente alla chiesa, e venne costruita nel secolo XVI quale residenza di una facoltosa famiglia (casa natale di mons. Antonio Feruglio “Tinin”, vescovo di Vicenza). Dopo la partenza della famiglia Feruglio avvenuta nel 1927, la villa venne utilizzata per diversi scopi: durante la seconda guerra mondiale fu sede di una guarnigione di soldati della Repubblica di Salò.

Negli anni successivi alla guerra, venne venduta a don Nicolò Rossi, parroco di Feletto Umberto, che a sua volta nel 1951 la donò alla chiesa di Feletto affinché diventasse luogo di educazione civile e religiosa dei giovani del paese.

Annessa alla villa è presente anche il grande parco: durante i restauri dell’edificio del 1883, anche il giardino subì una radicale sistemazione che poi coinvolse l’intera piazza su cui affaccia. Durante i decenni, venne utilizzato per manifestazioni, sagre e, nel 1953, come campo di calcio.

Attualmente i locali della villa vengono utilizzati per ospitare mostre temporanee (dove un tempo era presente l’ufficio anagrafe del comune), feste per i bambini e quale sede per l’insegnamento della dottrina. Il parco, invece, ospita l’annuale sagra di paese, altre manifestazioni pubbliche e, d’estate, il cinema all’aperto.

 

Bibliografia:
“Tavagnacco: ieri e oggi”, catalogo della mostra curata dal Centro Culturale Sette Torri per il Terzo Millennio, 2007, ed. Senaus.

Teatro Bon

Colugna

Descrizione

“Proprio allora entrava in Banca, appena diciottenne, un giovanotto alto nella persona, sicuro nell’incedere, cortese nei modi, rispettoso e distinto con tutti. Era il nostro Bon…”

Era il 6 novembre 1906 quando Luigi Bon entrò a far parte della Banca di Udine. Un ragazzo di umili origini, ma brillante studioso; con impegno, passione ed abnegazione divenne non solo un importante membro della piccola comunità di Colugna, ma una figura di valore per il comune di Tavagnacco e l’intero Friuli. Fin da ragazzo fu profondamente impegnato nel sociale dirigendo diversi centri artistici e culturali della frazione di Colugna. Egli riteneva la diffusione dell’istruzione e della cultura un elemento fondamentale per la crescita della comunità e dei suoi membri.

Nel 1925 nacque l’Associazione delle Istituzioni di beneficenza ed istruzione di Colugna e dei Rizzi. Un’unica struttura nella quale confluirono l’insieme di attività culturali della frazione, distinte ma adeguatamente organizzate per dare giusta espressione allo spirito fortemente partecipativo della popolazione. Luigi Bon si adoperò in prima persona alla ricerca dei fondi necessari per la realizzazione dell’edificio del centro sociale, ancor oggi forte simbolo di appartenenza e di identità al territorio comunale.

Negli ideali di Luigi Bon, l’obiettivo primo dell’Associazione era quello di fornire concreti strumenti didattici per il miglioramento della condizione sociale ed educativa delle cittadinanza e soprattutto dei giovani.

“…curare e diffondere l’istruzione professionale e l’educazione a favore degli operai, degli artigiani, dei rurali e dell’infanzia, con corsi maschili di istruzione professionale, scuola femminile di cucito, taglio e ricamo, asilo infantile, oltre a varie iniziative a carattere educativo e ricreativo.”

Dal 1943 al 1960 Luigi Bon venne nominato presidente del successivo Ente Morale Istituzioni di educazione ed istruzione professionale – Fondazione Luigi Bon -. Carica che mantenne fino al 1969, anno della sua scomparsa.

Ad oggi la Fondazione  prosegue l’egregio lavoro iniziato agli inizi del Novecento, attraverso numerose attività di laboratorio e di promozione artistica. Inoltre, sono attivi corsi di teatro per bambini e ragazzi, corsi di danza e una Scuola di Musica con numerosi percorsi di avvicinamento ai diversi generi musicali, dal classico al moderno oltre che attività musicali gratuite per i bambini delle scuole materne ed elementari del Comune di Tavagnacco.

Chiesa di Colugna (1547)

Colugna

Descrizione

La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Colugna sorge in piazza Giuseppe Garibaldi. Fu costruita nel 1368 e consacrata nel 1547.

Originariamente era dipendente dalla Chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Paderno. Un interessante documento risalente al 1593 conferma che Paderno era la sede del Vicariato superiore della pieve di Udine, e che a lei erano soggette sei filiali e una cappella campestre.

Tra le filiali ritroviamo proprio la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Colugna. Oltre alle chiese di San Tomaso di Caprlys (l’odierna Chiavris), Sant’Antonio Abate a Feletto, San Leonardo a Cavalicco, San Giovanni Battista a Godia, San Giacomo Maggiore a Beivars e la cappella di San Pantaleone a Vat.

Al tempo, i sacramenti venivano impartiti esclusivamente presso la chiesa madre di Paderno. Ma l’insistente richiesta dei fedeli della cappellaia di Colugna di poter celebrare le funzioni religiose presso le chiesa del paese, fece sì che Colugna venisse eletta vicaria.

Solo nel 1946 la chiesa di Colugna divenne parrocchia autonoma, separandosi da quella di Paderno.

La costruzione iniziale, di dimensione piuttosto ridotte, fu ristrutturata ed ampliata tra il XVIII e XIX secolo. A fianco della chiesa spicca la struttura del campanile, che conserva tutt’oggi l’aspetto originario in sasso.

L’interno si presenta ad un’unica navata a pianta rettangolare, rivestito di un candido intonaco bianco e pavimento in marmo. Al centro del presbiterio si trova l’altare maggiore in marmo, dietro il quale è posto il Cristo Crocifisso; mentre sul lato sinistro si apre una piccola cappella laterale.

“Ciclabile delle rogge” Fabrizio Zelco

https://www.comune.tavagnacco.ud.it/Servizi/Ecomuseo-delle-Rogge

“Ciclabile delle rogge” Fabrizio Zelco

“Tavagnacco e il torrente Cormor”